L'artista
Paola Semilia nasce a Palermo nel 1982.
Sin dalla giovane età mostra una spiccata attitudine verso le tecniche d’arte (oli, tecniche miste, acrilici, resine) e soprattutto rivela una grande passione per l’incisione.
L’artista predilige la pittura materica. Nelle sue opere cerca di creare uno spessore con le vernici e i materiali utilizzati, in modo tale da scatenare una percezione diversa del quadro nell’osservatore, facendo si che lo stesso lo voglia quasi toccare, per apprezzarne a pieno le caratteristiche.
La sua carriera accademica inizia con l’iscrizione all’accademia di Belle Arti Abadir nel 2001 nel corso di laurea in Restauro, continuando poi con la specializzazione in Pittura, ottenuta con 110/110, pubblicando una tesi su Dan Flavin nel 2007.
Espone nel 2005 ai Cantieri Culturali alla Zisa, in una mostra intitolata “Mass Distraction”, “Il pericolo nell’arte”, curata da un importante critico d’Arte, Ida Parlavecchio, titolare della cattedra di pittura dell’Accademia di Belle Arti di San Martino delle Scale.
La tecnica dell'artista
Nelle sue opere Paola Semilia utilizza svariati materiali, tutti riferibili all’ambito industriale e dei cantieri edili: polvere di gesso, acciaio, lastre di metallo, resina, colori acrilici, e così via.
La scelta di questi materiali non è casuale, ma affonda le radici nella storia dell’artista. Poiché, fin da piccola, ha seguito suo padre, noto costruttore palermitano, in cantiere. Ha cominciato a dipingere proprio lì, lasciandosi ispirare da tutto ciò che la circondava sul momento e che permeava la vita dei suoi familiari.
Questi materiali vengono utilizzati in maniera grossolana, vengono stesi con spatole, spazzolini da denti, con le mani o con i piedi, con tutto ciò che l’artista ha a disposizione. I pennelli vengono utilizzati, ma in maniera molto ridotta.
L’immagine che viene creata è un’immagine diretta, senza delle linee guida o una preparazione precedente la stesura dei colori, poiché l’artista dipinge le sue opere seguendo maggiormente ciò che i sentimenti le dicono di fare, ciò che le viene da dentro. Le opere, infatti, sono il frutto dei sogni. Rappresentano città inventate, alcune sotto l’acqua, alcune in paesaggi inesistenti. Vi è ampia presenta di elementi finti, che possono configurarsi in gru che prendono l’ascensore, in palazzi formati da moduli che salgono e che scendono, e così via.
Ogni elemento rappresentato nelle opere dell’artista ha analogie con il fenomeno della vita: alti e bassi, periodi bui e periodi luminosi, sensazioni belle e sensazioni brutte, i nostri sentimenti, il nostro io interiore. E soprattutto vi sono molti elementi che riprendono il concetto di vita dopo la morte, di rinascita.
L'uso di vernici fluorescenti
L'artista ha iniziato a utilizzare le vernici fluorescenti da poco tempo, all’incirca dal 2019.
Vengono utilizzate principalmente per rappresentare uno spiraglio di luce, per rappresentare la natura in tutte le sue componenti: il sole, la luce, l’acqua e soprattutto il respiro.
È un grido di speranza che la natura emette e che punta a reinsediarsi all’interno delle città, con le sue gru, i suoi palazzi, il suo smog e soprattutto la sua industrializzazione.
È la natura che respira, che cerca di riprendere spazio all'interno di un mondo sempre più grigio. Difatti tutte le opere di Paola Semilia sono vive, respirano, sono in costante movimento.
Sono opere dinamiche.
Mass Distraction
La mostra, tenutasi dal 24 giugno al 10 luglio 2005, ha affrontato il tema della sicurezza, del pericolo e dell'emergenza in tutte le sue sfaccettature. Il titolo ha origine da un lapsus avuto dall'allora Presidente degli Stati Uniti d'America, George W. Bush, che durante un suo discorso nel quale sottolineava la necessità di un attacco in Iraq a causa della presenza, sul territorio, di armi di “Mass Distruction”.
Le opere quindi rappresentavano un mezzo attraverso cui riflettere sulla società, sui vincoli, i pericoli e sui limiti alla nostra libertà di persone sul pianeta terra.
Opera: Bernardo Provenzano
Il periodo in cui si è svolta la mostra era un periodo molto caldo per quanto riguardava la ricerca di uno dei latitanti più pericolosi e ricercati del mondo…Bernardo Provenzano. Se ne parlava così tanto che la sua figura era diventata quasi “di moda”, quasi come se si parlasse di una persona famosa, un attore. Per questo motivo è stata presentata anche un’installazione a neon, raffigurante proprio Bernardo Provenzano, quasi ad esaltarne, in maniera un po’ kitsch, il personaggio, enfatizzandole il significato.
Inoltre, sempre in quel periodo, nell’atrio di San Martino delle Scale, erano in corso le riprese di una miniserie proprio su Bernardo Provenzano, ad opera di Marco Risi.
Opera: bambina con occhi oscurati
L’opera in questione è altamente simbolica e rievoca un periodo storico ben preciso, gli anni a cavallo tra la fine del'70 e i primi ’80 del secolo scorso, in cui dei malintenzionati provavano a rapire dei bambini davanti le scuole offrendogli proprio queste caramelle, le Selz Soda. Da questo è nato inoltre il detto “non accettare caramelle dagli sconosciuti”.
L’opera ha, inoltre, un altro significato che richiama tutte le trasmissioni in televisione dove venivano oscurati gli occhi a questi bambini.
Il pericolo, quindi, è come se risiedesse negli occhi del bambino.
Paola Semilia nel 2009 espone le sue opere a Milano, alla Galleria Triskeles ed espone nuovamente nel 2014 nella Galleria La Rocca di Palermo, riscuotendo in entrambi i casi ampi successi di pubblico e di critica.
Mostra: Segno e colore. Generazioni a confronto
Mostra tenuta nel 2014 a Palermo, alla Galleria la Rocca.
Lo stile e la personalità di Paola Semilia sono differenti e contrapposte all’arte di Bruno Caruso.
La sua è Arte astratta allo stato puro con effetto, inizialmente, spaesante.
Le sue tele sono di grande formato e pressoché bianche, perchè risultato di uno studio accurato della luce in ogni sua forma ed estrinsecazione.
Nelle sue opere si evidenzia con forza il rimando al minimalismo artistico dell’americano Dan Flavin, grande fonte d'ispirazione per l'artista, specialmente quando in sala si spengono le luci (ricordando proprio Dan Flavin e le sue “Icons”, installazioni con le lampade al neon).
Mostra: Fuori dall'ombra
Sempre nel 2014 ha esposto anche all'Albergo delle Povere, sito a Palermo, in una mostra di arte contemporanea dal titolo “Fuori dall’ombra” a cura di Anna Maria Ruta, che racchiude il pensiero sulla mostra in queste poche, semplici, righe:
“L’ombra può essere un sicuro rifugio contro l’aggressività del mondo. Può essere un nascondiglio dagli assalti della natura o riparo confortevole in un sofferto bisogno di solitudine. Molti artisti preferiscono creare appartati nell’ombra e mostrarsi raramente in pubblico. Altri nell’ombra restano senza loro volontà.
Farli uscire alla luce è il fine di questa collettiva, in cui sono presenti giovani che vengono ora alla ribalta, meno giovani cui non si offrono molte opportunità di imporsi all’attenzione pubblica, noti maestri che espongono per loro scelta raramente, signore che con l’arte si dilettano.
Diversi nel segno e nelle tecniche, sono uniti qui dalla nostra volontà di proporli o riproporli alla pubblica visione.“
Insieme a Paola Semilia hanno esposto: Renata Bonacci, Gai Candido, Maria Vica Costarelli, Nicolò D’Alessandro, Grazia D’Arpa, Franco Gulino, Kali Jones, Giovanni Leto, Antonietta Mazzamuto, Arianna Oddo, Franco Panella, Giusva Pecoraino, Ida Saitta, Nicoletta Signorelli e Rossella Sorrentino.
Altre mostre
- “Artisti Siciliani“, Dall'1 al 30 Ottobre 2016, presso il Palaxxo Petyx a Palermo
- “Ego“, dal 9 al 23 Settembre 2021 presso il Palazzo Ducale a Genova;
- “Art Operation“, Dal 30 Settembre al 14 Ottobre presso il Palazzo Ducale a Genova;
- Prevista: “Gift of Art – 2nd Milan Edition” dal 9 al 14 Dicembre a Milano.